Materia oscura e universi fantasma
- Redazione
- 25 nov 2019
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 27 nov 2019

Non c’è dubbio che se si pensa all’Universo, ora che abbiamo osservato galassie, assistito ad esplosioni di supernove, cercato onde gravitazionali dove dominano le Pulsar, l’interrogativo più grande resta quello su “la materia oscura” e la “vita nell’universo e negli altri sistemi solari”.
Ma siamo sicuri di osservare l’Universo giusto?
Cos’è la Materia Oscura? Cosa potrebbe essere?
Potremmo chiamarla, materia trasparente o materia invisibile, ma “oscura” ha di certo il suo fascino. È un energia invisibile che sembra mettere in equilibrio e non solo, Pianeti, Stelle e Galassie.
Osservando un ammasso di galassie (*), si registrò che alcune di esse ruotavano talmente veloci che sarebbero dovute schizzar via da quello stesso sistema composto da loro simili. Si ipotizzò quindi l’esistenza di una forza che le teneva insieme, che nonostante una di loro spingesse per uscire, questa “forza” invisibile aggiungendo massa (e quindi gravità), mantenesse le galassie ribelli, assieme alle altre.
In astrofisica, negli ultimi anni si è ipotizzato che “l’oscura forza”, sia composta da più tipi di particelle, proprio come il nostro mondo visibile. Ci sarebbero quindi ancora molte caselle da riempire, nella nostra tavola periodica.
Questo assunto, da spazio all’ipotesi che possano esistere Galassie di materia oscura, Pianeti e Stelle che non sarebbero visibili ne' ai nostri occhi ne' ai nostri più sofisticati strumenti.
Pianeti...e Stelle, quindi forme animali su questi pianeti, forme vegetali o, persone.
Sembrerà strano, ma davvero non si esclude questa ipotesi.
Come sarebbero allora questi mondi che non vediamo? Saranno totalmente diversi da tutto ciò che conosciamo, o saranno speculari al nostro?
Forse, mondi che fra loro non riescono a vedersi, ma che procedono in modo parallelo al nostro nell’infinito roteare della nostra “Galassia madre”, come in tutte le altre.
Quindi, la materia oscura, potrebbe ospitare vita, mondi e universi paralleli?
Sembra proprio di sì, o perlomeno non si esclude in modo categorico che possa farlo.
Recentemente un team di scienziati di Durham, ha realizzato particolari simulazioni servendosi del progetto Eagle (Evolution and Assembly of GaLaxies and their Environments), uno degli strumenti che riproduce più fedelmente l’evoluzione del nostro universo.
Jaime Salcido, della Durham University’s Institute for Computational Cosmology ha comunicato i risultati delle loro simulazioni dichiarando:
"Le nostre simulazioni mostrano che anche se ci fosse molta energia in più (o poca in più), nel nostro universo questa, avrebbe un effetto minimo sulla formazione di stelle e pianeti e questo contribuisce all’idea che possa esistere vita in tutto il Multiverso”

Cos'è la teoria a molti mondi della fisica quantistica?
Hugh Everett alla fine degli anni '50, immaginava il nostro Universo come uno dei numerosi mondi paralleli che si dipartono l'uno dall'altro, nanosecondo per nanosecondo, senza intersecarsi o comunicare. (La teoria dei molti mondi differisce dal concetto di multiverso, che illustra molti universi autonomi in diverse regioni dello spazio-tempo.)
A distanza di sei decenni, la teoria rimane una delle idee più bizzarre, eppure completamente logiche, della storia umana, nata e cresciuta dai principi fondamentali della meccanica quantistica.
È diventato un punto fermo della cultura popolare "post newage", grazie anche a molti libri, film e serie TV che invadono e manipolano la teoria, raccontando il contatto tra i mondi paralleli; mentre, al contrario, la teoria dei molti mondi, non contempla il contatto fra di essi.
Nel libro Something Deeply Hidden, Sean Carroll (cosmologo e professore di fisica specializzato in energia oscura e relatività generale), definisce l'idea di Everett "la migliore visione della realtà che abbiamo".
Carroll sostiene che la teoria dei molti mondi è l'approccio più diretto alla comprensione della meccanica quantistica, affermando che quando accade un evento nel nostro mondo, gli altri possibili esiti o sviluppi di quell’evento non scompaiano, ma vengano creati nuovi mondi più che reali, ma paralleli ed invisibili, ...invisibili almeno per ora.
Quindi ogni nostra decisione ogni consequenzialità di eventi ha molteplici soluzioni che si esprimono divenendo realtà nei mondi paralleli al nostro e viceversa.
Una pura semplicità di logica, all'interno della struttura concettuale della meccanica quantistica. Per i fisici, la teoria è attraente perché spiega molti enigmi della meccanica quantistica, offre spiegazioni più semplici ad alcuni fenomeni complessi, come l’emissione di radiazioni dei buchi neri.
“Non preoccuparti di quei mondi extra, non possiamo vederli, e se la teoria dei molti mondi è vera, i molti altri mondi sono paralleli al nostro. Ma sono così nascosti, che "potrebbero anche essere popolati da fantasmi". - Sean Carroll
Qual'è la differenza con La teoria del Multiverso?

La fisica moderna è ricca di speculazioni su multiverso e realtà parallele. La teoria del multiverso, fu introdotta negli anni ’80 e sostenuta da vari scienziati fra cui Stephen Hawking.
Quando i fisici parlano di "multiverso", è probabile che stiano pensando al multiverso cosmologico, che si riferisce a una serie di regioni dello spazio, così lontane fra loro da non essere osservabili per noi, dove potrebbero esistere condizioni molto diverse, particelle diverse, forze diverse, persino un numero diverso di dimensioni dello spazio.
Il multiverso cosmologico nasce come conseguenza di altre idee speculative, tra cui la teoria delle stringhe e l'inflazione cosmologica. Ma proprio perché nasce da idee speculative, il multiverso cosmologico, è per sua natura speculativo.
Potrebbe benissimo esistere o perlomeno, l’ipotesi non è da escludere.
Quindi qualcosa di completamente diverso dalla teoria a molti mondi della meccanica quantistica.
È noto che anche l'ultimo articolo del fisico Stephen Hawking, prima della sua morte, si occupava del multiverso. L'articolo è stato pubblicato a maggio 2018, pochi mesi dopo la morte di Hawking.
"Non siamo legati a un unico universo, ma i nostri risultati implicano una riduzione significativa del multiverso a una gamma molto più piccola di possibili universi" - Stephen Hawking.
Bisogna specificare quindi che Hawking ed Hertog ( coautore dello studio), grazie ai loro eleganti calcoli matematici, suggeriscono la presenza di un numero limitato di possibili universi, che non sono quindi infiniti.
La presenza di universi paralleli potrebbe essere spiegata con le infinite esplosioni avvenute subito dopo il Big Bang, che avrebbero dato vita a questi altri mondi. All’interno di questa cornice, gli universi potrebbero essere misurabili con complesse formule matematiche a partire dalla radiazione cosmica di fondo, una sorta di impronta dell’universo appena nato, che continuerebbe a tenere traccia del nostro e degli altri universi.
Un pensiero verso i nostri sé paralleli è doveroso: “Ciao belli, vi stimo”, o come diciamo a Roma: “Daje!”.
*Questo fu considerato grazie all'astronomo Fritz Zwicky (che lo scoprì nel 1933) e dagli studi effettuati successivamente, osservando peraltro anche ammassi di galassie scontrarsi, si è giunti alla conclusione che la materia oscura, ha poche interazioni tra sé e poche interazioni con la materia ordinaria, eccetto per la forza di gravità.
Senza ipotizzare l'esistenza di un'enorme quantità di massa invisibile, non sarebbe possibile spiegare la dinamica rotazionale delle galassie, o l'effetto lente gravitazionale.
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